Diabete e dieta: cibi si e cibi no
Il diabete, qualunque sia il tipo, è una patologia metabolica che provoca squilibri del glucosio nel sangue che devono essere tenuti sotto controllo sia con una terapia medica che con una dieta ben precisa finalizzata ad eliminare o comunque ridurre nell’alimentazione quotidiana tutti quei cibi che contengono eccessive quantità di zucchero e che per natura possono procurare dei picchi di glucosio alquanto pericolosi. Decisiva è la terapia medica ma altrettanto fondamentale è quella alimentare, per questo si consiglia una dieta equilibrata che può aiutare a tenere sotto controllo la patologia e in alcuni casi anche a farla regredire. Scontato, ma neanche troppo, è quello di evitare il consumo spropositato di carboidrati soprattutto quelli contenenti zuccheri semplici come per esempio bevande gassate, succhi di frutta industriali e prodotti farinacei lavorati. Per quanto riguarda pane e pasta è opportuno preferirli a base di farine integrali che producono un senso di sazietà maggiore rispetto a quelle raffinate, le fibre infatti hanno la capacità di rallentare l’assorbimento degli zuccheri e di conseguenza limitare il picco glicemico.
Dieta e Diabete: si a frutta e verdura?
Il consumo di frutta e verdura per i diabetici ha un ruolo determinante nelle diete, la scelta di alcuni frutti come gli agrumi o le ciliegie e i frutti di bosco è opportuna anche se si consiglia di consumarli insieme alle proteine per rallentare l’assorbimento dei glucidi. La frutta da evitare o da limitare è quella considerata zuccherina: banane, fichi ma anche uva così come le patate bianche sono decisamente dannose per i diabetici, il loro consumo va tenuto sotto controllo questo per evitare l’appunto temuto innalzamento del glucosio nel sangue rapido e inaspettato. Capitolo a parte sono i dolcificanti spesso considerati non dannosi in un’alimentazione per diabetici eppure hanno un peso rilevante in apposite diete: no al miele, ma anche al fruttosio e agli sciroppi mentre supera l’esame a pieni voti la stevia che secondo alcuni recenti studi non sembra incidere sui movimenti della glicemia.