La curcuma: fa davvero male?
Negli ultimi mesi la curcuma, una delle spezie più note e usate in cucina e non solo, è stata messa sotto analisi: secondo un certo orientamento questa polvere, ricercata e prelibata, dalle tante funzioni positive non farebbe poi così bene. La curcuma (Curcuma longa) è una pianta nativa dell’Asia meridionale che l’uomo conosce e utilizza da molto tempo, perfetta per realizzare alcuni piatti ma anche per combattere determinate patologie, è inoltre tra gli ingredienti preferiti della medicina Ayurveda. Dalla curcuma si estrae un particolare composto, di colore giallo, chiamato curcumina che si utilizza come colorante in cucina ma anche per realizzare alcuni composti come gli integratori. Questa spezia è ormai di uso comune e la possibilità che possa fare male ha suscitato alcuni sospetti, tanto che alcuni esperti in materia hanno ritenuto opportuno spiegare come la curcuma, se non superati alcuni livelli di assunzione, non possa in nessun modo creare disagi. A tale proposito il docente Renato Bruni, botanico esperto di fitochimica ha dichiarato:”Il consumo fino a 8,5 grammi in persone sane non ha dato conseguenze particolari, ad esempio. E 8 grammi sono tanti! In genere gli studi clinici sono stati condotti con quantità pari 1-2,5 grammi e gli unici effetti collaterali hanno riguardato problemi gastrici in soggetti con precedenti di gastrite”
La curcuma: uso moderato e attento
La polemica è nata in seguito ad un episodio in cui una donna ha perso la vita perchè stava curando un eczema con delle iniezioni di curcuma. Un evento che ha invitato a riflettere soprattutto chi di queste sostanze, anche se naturali, ne fa un uso improprio a volte troppo spesso quotidiano da sconfinare in un vero e proprio abuso. Detto ciò non si può demonizzare una spezia come la curcuma nota soprattutto per il suo potere antinfiammatorio e per il suo sapore, il buon senso richiede moderazione e attenzione.