Gli Shirataki, gli spaghetti giapponesi a prova di peso e calorie
Gli Shirataki sono i famosi spaghetti giapponesi, alimento che negli ultimi anni è entrato di diritto in alcuni regimi alimentari dell’occidente europeo e non solo. C’è da dire che gli Shirataki sono a bassissimo contenuto calorico, composti da fibre solubili provenienti dalla radice di una pianta asiatica chiamata Konjac ricca di glucomannano, una fibra alimentare usata in moltissime diete ipocaloriche perchè quasi priva di calorie dal potere saziante, dunque ideale per mangiare di meno. Questo particolare alimento è stato studiato per definirne gli effetti sulla salute e il benessere di ogni individuo: gli shirataki hanno benefici su i picchi glicemici, in effetti questi particolari spaghetti aiutano ad abbassare il glucosio nel sangue; riducono il colesterolo e accelerano il metabolismo; secondo alcuni studi prevengono alcune patologie come il cancro al colon. Ovviamente i valori nutrizionali non sono proprio equilibrati per questo non possono essere considerati alimenti completi ma vanno compensati con gli altri consueti cibi, nel rispetto sempre del fabbisogno nutrizionale quotidiano valutato per ogni singolo individuo.
Gli Shirataki e la dieta
Gli shirataki sono utilizzati soprattutto nelle diete ipocaloriche, in particolare nella famosa Dukan se ne dispone il consumo, a volte esagerato, e questo perchè sono a basso contenuto calorico privo di carboidrati, grassi, proteine, glutine e lattosio e ricchi di fibre che gli conferiscono un immediato e prolungato potere saziante. Gli spaghetti giapponesi sono perfetti anche per chi ha è allergico o intollerante all’amido di frumento, al glutine e al lattosio. Solitamente vengono mangiati al posto dei carboidrati, questo agevola il dimagrimento proprio perchè l’apporto dei carboidrati è totalmente assente. C’è da dire però che la pratica di sostituire la pasta con gli shirataki non sempre produce effetti positivi visto che solitamente in una dieta povera di glucidi è indispensabile per il nostro corpo, anche se minimo, il consumo di carboidrati soprattutto per rigenerare energia. Una curiosità da non sottovalutare riguarda il sapore degli shirataki, decisamente privi di gusto: per renderli mangiabili e appetitosi occorre scegliere il giusto condimento che deve essere coerente con le scelte dietetiche.
Gli Shirataki secchi: pro e contro
Nonostante gli accertati benefici degli shirataki e del loro uso nelle diete ipocaloriche negli ultimi anni è nata una polemica per quel che riguarda la vendita di questo prodotto per eccellenza privo di calorie che aumentano nel momento in cui vengono essiccati. Secondo il trend la famosa pasta giapponese viene inamidata e dunque arricchita di zuccheri, dunque la priverebbe della sua funzione principale d’essere a basso e quasi nullo contenuto calorico. C’è chi sostiene che è possibile eliminare lo zucchero sciacquando gli shirataki una volta cotti, in tal modo restano al dente e mai scotti e ovviamente recuperano il loro stato originario. Ad ogni modo provarli non fa male se poi si pensa che 100 grammi di shirataki hanno solo 10 calorie il piacere nel gustarli sarà il top!