Le statistiche del rapporto Eurispes 2016 raccontano che rispetto all’anno precedente in Italia il numero dei vegani è cresciuto dall’1 al 3% della popolazione. Certamente non stiamo parlando di milioni di persone ma la porzione di italiani che sceglie questo tipo di alimentazione è in continua crescita e questo trend certamente non può essere snobbato. Anche per questo l’Istat ha inserito nel proprio paniere i cibi cruelty free. Eppure, malgrado di anno in anno la reputazione della dieta vegana vada migliorando, anche per via del supporto di una parte della comunità scientifica, non mancano le continue accuse, soprattutto per quei genitori che la impongono ai figli minori.
Infatti se da una parte gli esperti spiegano che per la salute umana e dell’ambiente andrebbero ridotti drasticamente i consumi di carne, nello specifico di prodotti derivati come salumi o hamburger, d’altra parte la rinuncia ad una porzione importante dei cibi della nutrizione classica spaventa. La dieta vegana infatti prevede l’eliminazione dalla propria alimentazione non solo della carne e del pesce, come richiede una scelta vegetariana, ma anche di tutti quei prodotti derivati dagli animali: si parla quindi di uova, latte e derivati e qualsiasi alimento che abbia al suo interno qualcosa che non derivi dalla natura.
E’ possibile però per l’organismo umano sostenere in salute la dieta vegana? Secondo una parte della comunità scientifica sì, mentre l’altra rimane nettamente contraria a questa scelta di vita. Ad ogni modo però ciò che ricordano anche i nutrizionisti a favore della dieta vegana è l’importanza di non improvvisare. “L’alimentazione vegetariana e vegana, se ben pianificata, è adeguata a tutte le fasi della vita. Dalla gravidanza, all’allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia. Però bisogna farsi seguire da un nutrizionista specializzato per integrare tutti i nutrienti necessari” spiega Leonardo Pinelli, pediatra, diabetologo, esperto in nutrizione, vice-presidente della Società Scientifica Nutrizione Vegetariana a La Repubblica al quale però risponde perentorio Vittorio Dell’Orto, direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la produzione animale e sicurezza alimentare dell’Università di Milano che commenta: “Bisogna distinguere, comunque, tra organismi in crescita, organismi stabili e organismi malati o che invecchiano. Sono diversi e devono mangiare in modo diverso”.
E’ impossibile infatti non incorrere in carenze nutrizionali, denutrizione, dimagrimento eccessivo se si vuole seguire una dieta vegana fai da te. Se si decide di intraprendere una scelta così restrittiva la comunità scientifica resta unita sulla necessità di farsi seguire da un nutrizionista esperto che possa aiutare a scegliere un menù secondo le proprie esigenze ma che non faccia mancare nulla di ciò che è necessario all’organismo.
Inoltre bisogna tenere in considerazione un altro fattore importante. E’ impensabile voler diventare vegani essendo abituati a mangiare cibi pronti e a non preparare praticamente nulla in cucina. Seguire la dieta vegana non è solo una scelta alimentare bensì di stile di vita. Ciò significa un ritorno alla natura, al preparare i piatti con le proprie mani e con prodotti di cui si conosce la provenienza. Impossibile voler diventare vegano e pretendere di trovare tutto già pronto al supermercato: si è destinati a fallire e spesso si rischiano anche problemi alla salute.
Tra i pro della dieta vegana quindi possiamo certamente elencare un ritorno alla natura e ad una scelta oculata e consapevole di ciò che si mangia mentre tra i contro la necessità costante di prestare attenzione ai nutrienti che è necessario “aggiungere” alla propria alimentazione poiché non presenti nei cibi della dieta vegana ma fondamentale per la salute.