Nelle palestre italiane da qualche anno a questa parte si sente parlare con sempre maggiore frequenza di allenamento funzionale. Ma di cosa si tratta? Esiste uno schema? Le sue origini vanno collocate negli USA all’inizio degli anni 2000.
Per inquadrarlo in termini di definizione, occorre rifarsi necessariamente al concetto di movimenti funzionali, vale a dire di tutti quei movimenti naturali, tipici della vita di tutti i giorni, dove vengono “chiamati in causa” più o meno tutti i muscoli del corpo. Questo significa che gli esercizi sono multi-articolari e multi-planari, mentre i movimenti sono multi-direzionali. Esercizi rudimentali, come i piegamenti delle braccia e delle gambe, salti e ogni forma di trazione.
Allenamento funzionale : schema
Se inizialmente l’allenamento funzionale era ampiamente diffuso nell’ambito della fisioterapia e della medicina sportiva, oggi invece è una realtà anche nelle palestre del Belpaese: il suo successo è dovuto al fatto che fonde l’allenamento in sala pesi (svolto dagli uomini) e l’allenamento in sala corsi (svolto dalle donne). Abbinando gli esercizi delle due sessioni viene fuori un allenamento coinvolgente, dove il corpo va a migliorare a lungo andare la forza e le resistenza dei muscoli.
Nello schema dell’allenamento funzionale, gli attrezzi che vengono usati con maggiore frequenza sono quelli basilari, perché in grado di sviluppare le qualità fisiche e del sistema muscolare dell’uomo: sacchi pieni di sabbia o di acqua, volanti, manubri, bilancieri e kettlebells. Zero tecnologia. E questo va volontariamente in antitesi a quanto si può vedere nei vari fitness club.
Lo schema dell’allenamento funzionale consta di tre tappe:
Attivazione del core: birddog e plank sono gli esercizi di questa fase, dove l’intensità è limitata al 20% circa della contrazione massima;
Esercizi Propulsivi: i movimenti seguono le linee rette con serie comprese tra 10 e 15 con ripetizioni ridotte al minimo. Non più di 5 a fronte di movimenti multi-articolari, in quanto maggiormente impegnativi.
Esercizi destabilizzanti: torsioni ed esercizi con manubri e bilancieri per smaltire lo stress.
Dopo aver visto l’allenamento funzionale, diciamo anche che il suo vantaggio competitivo rispetto ad altri programmi è rappresentato dal coinvolgimento attivo dei muscoli, obbligati a lavorare in maniera dinamica, e dall’elevato livello di intensità degli esercizi a fronte di tempistiche drasticamente ridotte.
Allenamenti brevi ed al tempo stesso intensi, come puoi vedere nel seguente video di Youtube.